sabato 7 marzo 2009

POLVERINI: DONNE NEL LAVORO E NEL SOCIALE

Donne, pensioni e precari al centro del dibattito di oggi. In occasione delle celebrazioni per l’8 marzo al Quirinale il segretario generale Renata Polverini ha apprezzato il richiamo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad una maggiore attenzione alle donne e al lavoro femminile. “La disparità salariale – ha spiegato il segretario generale - è ancora elevata, come ha rimarcato il Capo dello Stato al quale nei giorni scorsi abbiamo inviato una lettera appellandoci alla sua sensibilità su questo tema. Le donne, infatti, scontano grandi difficoltà nel mondo del lavoro a causa di minori opportunità nella fase d’ingresso e di permanenza e di una insufficiente politica di sostegno alla famiglia, che si traduce in oneri per i lavori di cura che gravano soprattutto sulle donne. Tutto ciò si ripercuote sull'occupazione femminile che stenta a crescere. Se si vuole davvero aiutare le donne – ha aggiunto il segretario generale - bisogna investire sulla famiglia sia dal punto di vista fiscale, come accade in altri Paesi, sia potenziando il sistema di welfare, poiché laddove sono disponibili servizi alla famiglia, dai nidi all'assistenza agli anziani, cresce anche il numero di donne occupate”.Intanto sul fronte pensioni arriva un nuovo pressing dell’Europa, mentre l’Inps annuncia un avanzo che nel 2008 è cresciuto rispetto all'anno precedente del 21,5% pari a circa 11,2 miliardi di euro. Risultato, rileva l'istituto nel suo rapporto annuale, dovuto soprattutto all'aumento dell'aliquota contributiva per il lavoro dipendente e per i parasubordinati. Per il segretario generale Renata Polverini è necessario chiedere al governo di tenere conto del boom di entrate dell’Inps prima di dare una risposta alla Ue all’aumento dell’età pensionabile, rimarcando come non è intervenendo sulle pensioni “che si può dare una risposta adeguata a quanti a causa della crisi stanno perdendo o hanno perso il lavoro”. Questa risposta, ha sottolineato il segretario generale, “non deve aprire alla possibilità che siano i lavoratori, a partire dalle donne, a pagare il prezzo della crisi, quando invece sono altri gli interventi che servono al mondo del lavoro in grande difficoltà. Anche in merito alla raccomandazione Ue sull’adeguamento dei coefficienti di trasformazione significherebbe di fatto diminuire le pensioni, non ci sembra la risposta più utile a tutti quei pensionati che a mala pena arrivano alla fine del mese. Forse meno rigore nei confronti dei conti pubblici in un momento così difficile per l’economia potrebbe rendere disponibili, come in altri paesi, le risorse necessarie a fronteggiare l’emergenza occupazione senza chiedere ancora a chi la crisi la subisce di porvi rimedio”.

Nessun commento:

Posta un commento