mercoledì 28 gennaio 2009

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UGL RENATA POLERINI INTERVIENE SULLA CRISI DEL MERCATO DELL'AUTOMOBILE

“La crisi profonda che sta attraversando il comparto dell’auto richiede interventi mirati a tutela dell’occupazione e della produzione”.Lo sostiene il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini in vista dell’incontro odierno a Palazzo Chigi con il governo, sindacati e costruttori. I lavoratori sono preoccupati: Fiat ha lanciato l’allarme sullo tsunami occupazionale che potrebbe investire l'industria dell'auto con 60.000 posti di lavoro se non si interviene. Numero che potrebbe aumentare se si tiene conto di tutto l’indotto che ruota intorno a Fiat. In concomitanza con l’incontro con il governo, un presidio di lavoratori dell’Ugl Metalmeccanici, e delle altre sigle di categoria, si svolgerà davanti a Palazzo Chigi.Come ha sottolineato Polverini “l’industria dell’auto incide per il 14 per cento sul Pil del nostro Paese e occupa non solo lavoratori del Gruppo Fiat, ma anche di tante piccole e medie imprese dell’indotto. E’ importante che il governo definisca misure in grado di salvaguardare e incentivare i campi di eccellenza come la produzione di motori eco-compatibili in cui l’Italia vanta primati in Europa. Anche altri paesi si stanno muovendo in questa direzione ed è indispensabile non disperdere questo vantaggio. Così come – prosegue Polverini - bisogna fare in modo di non perdere terreno sulle esportazioni ed incrementare la produzione e le vendite sul mercato nazionale, in questo senso agire solo sul fronte degli incentivi alla rottamazione, tenuto conto delle difficoltà dei redditi delle famiglie, non è sufficiente”.Per il leader dell’Ugl dunque “occorre un piano di interventi con efficacia a lungo termine, vista la gravità della crisi, che garantisca continuità nella produzione di auto, con l’impegno a mantenerla in Italia, e il mantenimento del maggior numero di lavoratori possibile nei luoghi di lavoro, favorendo strumenti, come la settimana corta, per limitare il ricorso alla cassa integrazione che, oltre alla penalizzazione economica ha risvolti anche sociali e psicologici negativi sulle persone che lavorano”.

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