mercoledì 28 gennaio 2009

Crisi, Polverini: "Aprire confronto sulla crisi del mondo del lavoro"

Riduzione della pressione fiscale per i redditi fissi da lavoro e da pensione e sostegno alle famiglie attraverso il quoziente familiare, più investimenti nei servizi affinché il sistema di welfare possa, attraverso gli aiuti alla famiglia, incentivare l’occupazione femminile, interventi a favore delle piccole e medie imprese e misure a tutela del risparmio con particolare attenzione ai mutui. Sono i temi affrontati oggi dalla segreteria confederale dell’Ugl riunita dal segretario generale,Renata Polverini.«Occorre aprire un tavolo di confronto tra governo e sindacati – ha detto Polverini –
affinché si possano individuare le risposte più efficaci per i lavoratori, i pensionati e le famiglie. La crisi finanziaria ha già visto il governo attivarsi a sostegno delle banche e delle imprese, con le cui rappresentanze è stato aperto un dialogo, ma non si possono ignorare gli effettipreoccupanti che la grave congiuntura economica internazionale avrà sull’economia reale già in grande sofferenza». «L’aumento del ricorso alla cassa integrazione, per la quale ci aspettiamo che il governo sappia garantire risorse aggiuntive in finanziaria, - continua - è un segnale allarmante che si unisce ai sintomi di stagnazione e recessione già manifestati dalla produzione industriale e prima ancora dalla battuta d’arresto dei consumi dovuti al progressivo depauperamento del ceto medio: la perdita di potere d’acquisto dei redditi fissi ha costretto
lavoratori, pensionati e famiglie a stringere la cinghia per fronteggiare l’inflazione e a causa di una pressione fiscale che per queste categorie resta troppo alta. Le misure già adottate, come la detassazione degli straordinari, o l’aumento della produttività, cui sono impegnate le parti sociali non sono sufficienti a ridare ossigeno a salari, stipendi e pensioni. Occorre che il governo dia un segnale forte attraverso sgravi fiscali che agevolino i redditi da lavoro dipendente e da pensione e le famiglie numerose. Tutto ciò, in attesa che si possa attuare il quoziente familiare che, oltre a rappresentare una vera svolta, mettendo al centro la famiglia e non il singolo come soggetto fiscale, affermerebbe un principio di giustizia fiscale che ad oggi non c’è e vede penalizzati i ceti.

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